Il quadro al naturale ‘ra piscarìa a Catania
Quanta vita attorno ‘a mia.
Quanti colori, quanti odori.
Gente che chiacchera, ca si compra ‘u pisci chiddu friscu.
Semu in un uno dei posti più caratteristici del mio seno, ‘a Piscarìa, lo storico mercato del pesce a Catania.
Pari ancora vivu, ‘u viri?
Il sangue macchia le balate, le lastre di marmo dove i pescatori espongono in bella vista la loro robba, mentre di tanto in tanto la rinfrescano con il ghiaccio conservato in grandi contenitori.
‘U tunnu, ‘u pisci spada, ‘u gambero, ‘i masculina, nun manca nenti: già all’alba i catanisi e i turisti corrono ad accattarisi il pesce più fresco, ca ancora si movi ‘nta cesta.
Si mettono a contrattare il prezzo migliore e pari ca cantanu col loro parlottare ad alta voce, comu vannìanu, mentre con la loro gestualità così marcata sembra che ballano ‘na danza antica.
È uno spettacolo a cielo aperto, un quadro al naturale che ti fa ‘nnamurari ri mia: così semplice, così verace, coglie la mia anima più sincera.
Tutt’intorno le Mura di Carlo V a proteggere una simile preziosità di luogo, mentre gli Archi della Marina si ergono a porte d’ingresso della curiosità del visitatore. Sul retro la Fontana dell’Amenano, il fiume che scorre sotto il centro della città. ‘A chiàmanu “fontana dell’acqua a linzolu” perché l’acqua che scorre, traboccando dalla vasca, crea un effetto a cascata che pare proprio un lenzuolo. Tutto intorno ridonda la scritta W.S.Agata, trascinante ed emozionante segno di devozione ‘ppa Santuzza.
E’ bello tuttu l’annu st’angolo di Catania, pari ‘na scena di un film di quanto è bello!